Asio flammeus galapagoensis – Gould, 1837
è diventato
Asio galapagoensis
Isole Galapagos
Short-eared Owl in Galapagos Islands
In questo arcipelago vive un gufo di palude dai caratteri diagnostici singolari che per oltre un secolo è stato trattato come una delle sottospecie di Asio flammeus, ma oggi qualcosa è cambiato.
Nel corso degli ultimi decenni gli studi genetici, condotti in tutto il mondo, hanno permesso alla tassonomia di scoprire “nuove” specie e a questa regola non poteva sfuggire il mondo degli Strigiformi. Konig & Weick (2008) indicano la sottospecie di gufo di palude delle Galapagos Asio flammeus galapagoensis come nuova specie del genere Asio: Asio galapagoensis.
Dopotutto l’isolamento dell’arcipelago della Galapagos e i caratteri diagnostici così diversi, potevano già far pensare ad una nuova specie, come capita spesso negli endemismi insulari di tutto il mondo.
La prima descrizione per questo gufo di palude fu attribuita dal celebre ornitologo inglese Gould come Otus (brachyotus) galapagoensis Gould. Proc. Zool. Soc. London, 1837.
Il gufo di palude delle Galapagos differisce da tutte le altre sottospecie essendo notevolmente più scuro, infatti, presenta una distinta maschera nerastra, la regione dorsale è irregolarmente barrata o macchiata trasversalmente di un colore fulvo. Le parti inferiori presentano penne con barre trasversali scure e le piume del tarso sono munite di striature longitudinali nere. La lunghezza dell’ala è di 278-288 mm. e la coda di 136-143 mm. (Konig & Weick, 2008).
La sua distribuzione endemica ricopre l’intero arcipelago (fatta eccezione per le isole Wolf e Darwin, secondo Castro e Phillips), da zone poste a livello del mare sino ad alcune propaggini montuose dell’entroterra di alcune isole a 650-800 m. s.l.m. Gli avvistamenti più comuni sono su Genovesa, piccola isola pressoché priva di vegetazione d’alto fusto con cactus e cespugli e Santa Cruz, ma in alcuni casi lo si vede colonizzare anche zone caratterizzate da rocce laviche e prive di vegetazione, ove è più facile scorgerlo. Generalmente si tratta di una sottospecie diurna, ma nelle isole con la presenza della “poiana delle Galapagos” diventa crepuscolare o addirittura strettamente notturna, per evitare gli attacchi da parte del rapace diurno dominante (Curio,1976). Caccia prevalentemente piccoli uccelli, visitando “zampettando” anche i nidi delle colonie degli uccelli marini (uccello delle tempeste e sula), a differenza del Barbagianni (Tyto alba punctyssima) che si ciba prevalentemente di roditori e insetti (Jackson, 1985). La tecnica di caccia nei nidi di questi uccelli è davvero singolare, poiché questi ultimi sfruttano i crepacci nelle rocce laviche, non lontano dal mare, deponendo le uova proprio in questi anfratti e il gufo di palude con un atteggiamento quasi “felino” tende degli agguati quando gli
uccelli delle tempeste fanno ritorno al nido. Una curiosità interessante che lo rende un protagonista di estrema utilità, dal punto di vista ecologico, è il suo fondamentale contributo nel disperdere semi di euforbia Chamaesyce amplexicaulis con il suo continuo spostamento da un’isola all’altra.
In che modo?
Si è constatato che predando diverse specie di fringuelli granivori Geospiza spp., che si nutrono di questi semi, è possibile con l’espulsione delle borre il verificarsi di questo importantissimo fenomeno (Grant et al., 1975) che altrimenti non avrebbe luogo.
Il maschio emette un canto particolare costituito da una rapida sequenza di circa 5-6 note al secondo e il suono è caratterizzato da un prolungato bububububububububuk molto simile a quello della Civetta capogrosso boreale (nordamericana).
Il soggetto nella foto sopra è stato immortalato nel mese d’agosto sull’isola di GENOVESA, una tra le più piccole isole delle Galápagos (circa 14 kmq).
Il gufo delle Galápagos, come tutte le specie appartenenti a questoarcipelago, è assolutamente confidente e quindi le riprese sono semplicissime.
Un ringraziamento speciale a Giuliano Gerra
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7 Dicembre 2013 a GENOVESA
Asio galapagoensis immortalato da Silvio Colaone sull’isola di Genovesa, in volo insieme alle sue possibili prede: Petrello delle Galapagos Phaeopygia pterodrema (specie endemica).
Asio galapagoensis mentre tiene tra gli artigli un Petrello delle Galapagos Phaeopygia pterodrema, appena catturato.
Un ringraziamento speciale a Silvio Colaone