La nomenclatura del Gufo di palude delle Antille (Hispaniola, Porto Rico e Cuba) è tuttora confusa e scarsamente documentata.
Siamo sempre stati abituati a sentir parlare di questo gufo come sottospecie di Asio flammeus:
Asio flammeus domingensis – P.L.S. Müller, 1776 per Hispaniola e Cuba
Il colore del piumaggio, presenta differenze evidenti nella parte superiore del dorso e lungo l’intero addome. Le penne del dorso sono per la maggior parte marrone scuro con le punte “fulve”, apparendo nel complesso totalmente marrone scuro oppure marrone screziato
fulvo scuro. La colorazione dell’addome, invece, è più color camoscio rispetto a quella di Asio f. flammeus, dovuta ad una minor “striatura” la quale inizia nella parte superiore del petto ma si interrompe a circa metà, diventando quasi nulla a livello del ventre. Il piumaggio posto sopra e circostante l’articolazione intertarsale non è striato, mentre quello delle dita è ristretto alla superficie dorsale. Latta nel 2005 lo colloca in un’area protetta della repubblica domenicana. Il governo dominicano ha creato ben 40 aree protette, gestite dal sistema dei Parchi Nazionali con una superficie di ben 13164 Kmq. Questo gufo è un endemismo presente in una di queste aree e più precisamente a Parque del Este, esteso per 430 Kmq e da 0 a 70 m. s.l.m.., in cui la maggior parte dell’habitat è rappresentato da lagune salate, cespugli e mangrovie.
Asio flammeus portoricensis – Ridgway, 1882 per Porto Rico
La parte superiore è prevalentemente brunastra con la regione dorsale quasi completamente uniforme tuttavia, le scapolari sono delineate in maniera sottile da un colore ocra pallido o camoscio tenue. Le penne della testa e della nuca sono ampiamente barrate color camoscio, mentre quelle vicino al becco sono marcate da barre crescenti marrone scuro. Le parti inferiori, tinte di un ocra pallido o color camoscio, diventano interamente immacolate quando si osservano tarsi e tibie. Le timoniere laterali hanno barre scure molto strette ma crescono gradualmente, diventando più ampie, verso quelle
intermedie che risultano marrone scuro con 5 o 6 paia di macchie color ocra. Le copritrici della coda sono un marrone più pallido quasi fulvo. Le ali sono prevalentemente marrone scuro, notevolmente interrotto da un generale e cospicuo “spotting” ocraceo. Presenta una faccia piuttosto pallida, prevalentemente color ocra, contornata al lato della testa da una banda post-auricolare marrone scuro uniforme.
Ma già in passato c’era la tendenza a considerarlo come una specie a sé.
Hoffman et al. (1999) fornirono il primo lavoro in cui veniva riportato un riassunto circa il percorso storico dell’assegnazione del taxon corretto di appartenenza della specie.
Vediamolo insieme….
Buffon nel 1770 è stato il primo a notare le differenze tra la forma di Hispaniola e la popolazione Olartica Asio flammeus flammeus, infatti definiva i gufi provenienti da quell’isola come Strix domingensis e Müller, 6 anni dopo, descrisse un gufo proveniente dalla stessa isola nello stesso identico modo. Successivamente, gli autori ignorarono questo taxon finché Wetmore nel 1928 esaminò ogni gufo di palude di Hispaniola e concluse che si trattavano di esemplari uguali a quelli descritti da Buffon già nel 1770.
Nel frattempo, nel 1882 Ridgway descrisse da Porto Rico un gufo simile a quelli di Hispaniola e lo definì come Asio flammeus portoricensis.
Wetmore successivamente (1928) confrontò gli esemplari delle due isole e concluse che l’uno era la sottospecie dell’altra definendole: Asio domingensis domingensis (Hispaniola) e Asio domingensis portoricensis (Porto Rico).
Nonostante Wetmore e Lincoln (1933) trattassero questi gufi come una specie distinta da Asio flammeus, 3 anni dopo Bond (1936), senza spiegazioni, pose in lista questi gufi delle Antille come sottospecie di Asio flammeus.
Questo trattamento sembra essere stato seguito dalla maggior parte dei successivi degli autori incluso Peters (1940).
Nel 1981 è stata scoperta una popolazione nidificante cubana, ma non è stata pubblicata una determinazione tassonomica in maniera formale.
Al termine dell’articolo Hoffman et al. raccomandano di usare un singolo termine ossia domingensis per tutta la popolazione delle Indie occidentali, in attesa di ulteriori studi e revisioni.
Nel 2007, Garrido pubblica un articolo in cui oltre a ribadire il concetto, espresso da Hoffman et al. nel 1999 e da lui stesso nel 2002, sull’esigenza di un cambiamento sistematico per la specie delle Antille, descrive anche la popolazione abitante a Cuba come una nuova sottospecie di Asio domingensis: Asio domingensis cubensis.
Garrido riporta che il gufo cubano chiamato “Carabo” si differenzia dalla specie Olartica per le dimensioni, piumaggio, peso e numero di uova per nidiata. Sono più scuri, maggiormente ocra, meno striati centralmente e sulle parti laterali. Anche il disco facciale risulta più ocra e meno biancastro. Il piumaggio dei tarsi e la parte superiore delle dita, molto meno denso. Sono minori anche le dimensioni dell’ala e della coda ma soprattutto hanno tarsi più lunghi.
E’ stato possibile per Garrido effettuare questo tipo di confronto, avendo a disposizione una quantità maggiore di esemplari cubani da esaminare; questo perché lo stato demografico della popolazione attuale è diventata relativamente abbondante rispetto a quella di 150 anni fa.
Con l’incremento dei campi di riso, agrumi, ananas ma anche pascoli, terreni adiacenti a canali di irrigazione e dighe il “Carabo” cominciò ad espandersi già dagli anni ’70, non solo a Cuba ma anche in terre vicine come il sud della Florida. Infatti, mentre Hoffman et al. parlavano di espansione di domingensis da Cuba alle isole Key in Florida, Garrido parla esplicitamente delle nuova specie Asio domingensis cubensis.
Dry Tortugas – Garden Key Florida
L’apparente aumento della percentuale di immigrazione di questa specie dalle Antille alla Florida può essere dovuto a cambiamenti antropogenici dell’ambiente, sia in un comprensorio che nell’altro. Questi cambiamenti erano collegati a disboscamento, per il pascolo e per coltivazioni, allo sviluppo urbano e ai cambiamenti climatici, che essendo delle condizioni generalizzate, potrebbero aver guidato la colonizzazione. Infatti, quest’ultima sembra possa essere stata frutto di un riscaldamento climatico avvenuto subito dopo “l’era glaciale” e accelerato dall’aumento di anidride carbonica, metano e altri gas immessi nell’atmosfera, rendendo l’habitat del sud della Florida più adatto agli uccelli delle Antille.
Inoltre, le nidificazioni di questo Strigide a Cuba e Hispaniola sono registrate durante l’inverno nei mesi di novembre e dicembre e spesso si osserva una migrazione dei giovani nel sud della Florida in seguito al cambiamento stagionale. I gufi che raggiungono il continente della Florida possono trovare un habitat adatto alla nidificazione in quanto quest’ultimo ricalca in modo notevole l’habitat cubano che include pascoli, campi di riso e piantagioni di canna da zucchero.
Anche se Gill & Donsker (2014) riportano la popolazione cubana come una nuova sottospecie di Asio flammeus, contattando Garrido nel mese di ottobre 2015, mi è stato possibile avere una ulteriore conferma sul suo attuale pensiero e quello di molti altri autori circa la nuova definizione sistematica del gufo di palude delle Antille:
Asio domingensis domingensis (Hispaniola)
Asio domingensis portoricensis (Porto Rico)
Asio domingensis cubensis (Cuba)
Per chiarire definitivamente la questione, sarebbe necessaria l’analisi del DNA ma le risorse economiche per questo tipo di ricerca sono molto limitate, Garrido riferisce che sia l’articolo di Hoffman et al. 1999 e il suo del 2007 sono ufficialmente riconosciuti e le loro considerazioni notevolmente accettate.
Argomento molto affascinante e stimolante meritevole di ulteriori aggiornamenti futuri.
A special thanks to Henrik Mikkelsen for images took 29.04.2007
Bibliografia
Garrido O.H., 2007. Subespecie nueva de Asio dominguensis para Cuba, con comentarios sobre Asio flammeus (Aves: Strigidae). Solenodon 6: 70-78.
Hoffman W., Woolfenden G.E., Smith P.W., 1999. Antillean Short-eared Owls invade Southern Florida. Wilson Bull. 111(3): 303-313.
Latta S.C., 2005. Complementary areas for conserving avian diversity on Hispaniola. Animal conservation 8: 69-81.