Asio flammeus bogotensis – Chapman, 1915
NW Perù, Colombia, Ecuador
Short-eared Owl in South America
Oltre alla colorazione più scura della parte superiore del corpo per riduzione dello sfondo ocraceo, Chapman distingue Asio f. bogotensis dalla sottospecie nominale principalmente per il piumaggio dei tarsi e delle dita meno folto e sviluppato; inoltre, la dimensione è mediamente più piccola ed il becco nero uniforme. Konig & Weick (2008) trattano questa specie con rilievi biometrici che ne evidenziano le dimensioni ridotte: ala 303 – 310 mm e la coda 134 – 140 mm.
Grazie ad un articolo pubblicato da J. I. Borrero nel 1962, è stato possibile osservare da vicino, oltre le caratteristiche morfologiche di diversi esemplari, anche il loro comportamento in molte occasioni. Borrero ha confermato i dati di Chapman, annotando che la lunghezza della coda varia tra 137,1 e 154 mm. e che l’intensità della sua pigmentazione e il disegno della colorazione sono molto variabili; non solo, anche la distribuzione delle grandi barre scure sulle remiganti primarie non risulta regolare.
L’analisi dell’habitat popolato da Asio flammeus bogotensis rivela la sua particolare inclinazione per le città e le aree limitrofe, in concomitanza alla presenza abbondante nelle zone paludose e nei coltivi, utilizzati sia come stazione di caccia che di riproduzione. Questo, probabilmente, è dovuto alla maggior quantità di ratti e insetti che si concentrano nella zona urbana a causa, rispettivamente, della vicinanza umana e del riflesso della luce della città. Gli studi sulla riproduzione della specie realizzati da Borrero, infatti, sono stati condotti attorno alla città universitaria di Bogotá, dove sono stati
ritrovati nidi su praterie o distese artificiali, parzialmente impantanate e coperte totalmente d’erba “Kikiyu”. Questa è in grado di formare una fitta trama nella quale diverse specie di ratto, come Rattus rattus e Rattus norvegicus, sono in grado di costruirci gallerie. Non è un caso, quindi, che all’interno dei nidi sono stati trovati resti di questi animali.
Altro dato interessante, emerso da questi studi, è stato la definizione del periodo di costruzione dei nidi (composti a terra e contenenti fino a 3 uova) collocato tra il mese di settembre e quello di ottobre. Apparentemente, solo la femmina copre il nido, riscaldando i pulli per la maggior parte del giorno, ed alimentandoli con piccoli pezzi di topi e di ratti che vengono portati al nido durante la sera.
Il nido è difeso da entrambi i genitori ed, eventualmente, da altri individui che stanno in territori limitrofi; essi sono in grado di perseguitare l’osservatore fino ad una distanza di 150-200 m dal nido, poi vi fanno ritorno e lo affiancano con un atteggiamento vigile.
Si sono riscontrati tre tipi di grido d’allarme, come atto di difesa nei confronti della nidiata; due di essi sono simili al miagolio di un gatto ed il terzo è un “cri cri cri”, con un tono più alto, che eseguono a terra a ridotta distanza dal nido con ali semiaperte.
Concludendo, il comportamento di questo gufo sudamericano differisce da quello nordamericano o nordeuropeo per la sua inclinazione a frequentare habitat antropizzati, per il periodo di deposizione e per il numero di uova. Infine, raramente lo si trova presente come singolo individuo, più frequentemente in coppia o in gruppo.