SALVARE UN GUFO DI PALUDE PUO’ DIVENTARE UN’ODISSEA

Nuova direttiva dell’ente forestale di Cagliari

“Il porto di Cagliari non è solo dimora di una numerosa colonia di cani, di un’altrettanto sovraffollata comunità di piccioni, ma è anche il luogo in cui martedì è stato trovato un giovane gufo di palude. Il pennuto, con un’ala spezzata, è stato raccolto dal signor A. C., una persona che da anni accudisce le fitte colonie di gatti e di cani sparse per la città, portando loro quotidianamente da mangiare e curando i malati. Fino a qualche tempo fa chi trovava un volatile ferito poteva rivolgersi all’ente forestale sardo, che portava l’animale in un centro di raccolta e cura della fauna selvatica, di proprietà dell’ente foreste. Il servizio congiunto offerto da questi due enti è sempre stato molto efficiente. Il personale stesso riconosce di svolgere un compito molto bello, vista l’opportunità di conoscere da vicino e curare esemplari meravigliosi di falchi, poiane, gheppi, aquile e, ovviamente, gufi. Il signor A. C. quindi, trovato il gufo ferito e spaventatissimo, si è prontamente rivolto alla forestale, scoprendo però l’esistenza di una direttiva, emessa di recente dal capo servizio di Cagliari, Paolo Floris, in cui si stabilisce che chiunque trovi un volatile deve provvedere con i propri mezzi a portarlo all’ente foreste, situato vicino a San Sperate. Fino a qualche tempo fa, invece, si poteva contare sull’aiuto del personale della forestale, consegnando agli addetti l’animale trovato o chiedendo direttamente il loro intervento. Perché dunque un tale servizio è stato soppresso? Il cittadino che ha trovato il gufo ha dovuto fare un bel po’ di telefonate prima di ricevere assistenza, complice anche lo stato d’allerta dovuto all’alluvione che ha colpito in questi giorni alcune zone del cagliaritano. Privo di automobile, quindi impossibilitato a portare l’animale fino a San Sperate, ha dovuto dare alloggio per una notte al gufo, l’ha curato e ha cercato di imboccarlo perché non mangiava. Mercoledì mattina il volatile, battezzato Piero, è stato portato all’ente foreste da alcuni volontari dell’associazione “Amici miei” ed è ora ricoverato in una splendida struttura, dove riceverà le cure necessarie e si aspetta che presto possa essere liberato. Ma se a trovare Piero fosse stata una persona meno sensibile del signor A. C., quale sarebbe stato il destino di questo splendido uccello notturno dagli occhi gialli? Si chiede quindi che chi di dovere risponda a questa domanda e giustifichi la soppressione di un servizio di pubblica utilità, funzionante alla perfezione quale era quello prestato dalla Forestale fino a qualche tempo fa.
Fonte: L’Unione Sarda