SVERNAMENTO NELLE TERRE VERDIANE

 

Un inverno davvero emozionante, un evento mai accaduto prima in Italia: 5 roost in un’area, di 7,3 km di raggio, della Bassa Parmense sono stati stimati tra gli 80 e i 105 individui.

 

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Questa avventura è cominciata quasi per caso….

Il 24 novembre Lorenzo e Simona Prada insieme a Corrado Nava arrivando nei pressi di quello che chiameremo SITO A per cercare la Poiana calzata, vista nei giorni precedenti, osservarono invece 6 gufi di palude.

Il 25 novembre tornati sul posto con Maurizio Ravasini i gufetti erano solo 3 e il giorno seguente Daniele Ronconi ne segnala solo 2.

Sembrava una situazione stazionaria, accaduta anche in altri anni in luoghi diversi e persino nella stessa zona nel 2007.

L’1 dicembre decisi di recarmi sul posto e sotto la pioggia ne osservai solo 2 posati su un albero, ma incontrando Nicola Valle mi riferì che Maurizio Ravasini ne aveva contati 18.

L’8 dicembre Franco Roscelli conta 22-23 individui, sono in aumento…..

Così il 9 dicembre tornai nel famoso SITO A sperando di poterli osservare tutti insieme e assistetti ad un grande spettacolo: una ventina di gufi, alcuni erano posati lungo il fossato altri su alberi di pioppo e altri ancora ben nascosti. Quando ha inizio la caccia uno dopo l’altro cominciano a volteggiare con un atteggiamento territoriale nei confronti di cornacchie grigie, gheppi, albanelle reali ma anche verso i loro conspecifici. Battiti d’ali continui durante il volo a mo’ di “applauso” e vocalizzi emessi per la difesa del territorio di caccia. Una situazione mai vista prima.

Registrazione dei vocalizzi a cura di Maurizio Sighele: clicca qui

 

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Il 15 dicembre Maurizio Azzolini mi riferisce che i gufi sono diventati 32. Ogni giorno si assiste a fenomeni di “cleptoparassitismo” da parte di altri uccelli che si nutrono di micromammiferi durante le ore diurne. Quasi sempre il tipo di attacco preferito da gheppi, albanelle reali e cornacchie grigie era dato da quello aereo, strappando la preda dagli artigli del gufo in volo. Ma vi era anche un altro tipo di attacco, il rapace diurno arrivava in picchiata sul gufo posato a terra che aveva appena catturato la preda. Come rappresentato nelle sequenza fotografica sottostante.

 

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Il 22 dicembre sono stata appostata dalle 14.15 fino alle 16.30 ad osservare i gufi e uno in particolare è stato posato utilizzando la barra di ferro su una chiusa fino a che non è cominciata l’attività di caccia alle 15.30.

 

 

Una volta cominciata la caccia, nel giro di 30 minuti ha catturato 3 prede che non ha mangiato subito ma nascoste in un punto vicino al suo posatoio, creando una sorta di dispensa, per poi rimettersi sulla chiusa con atteggiamento territoriale (inseguimenti, applausi e vocalizzi, sia nei confronti di conspecifici e sia di altre specie).

Il 26 dicembre Luciano Falgari ne conta 34 ma il 27 dicembre un fuoristrada guidato da persone senza alcun rispetto per niente e per nessuno, alla ricerca del miglior scatto fotografico, decide di entrare nel campo dove era presente il roost e quel giorno non siè più visto alcun gufo…

A causa di questo sciempio, il 28 e 29 dicembre i gufi avvistati erano solo 8. Credevamo che, a causa di questi personaggi, ormai i gufi si fossero dispersi.

Ma fortunatamente la natura e gli animali sono sempre più intelligenti e il 30 dicembre insieme a Franco Roscelli, Maurizio Azzolini e Martino Guerra siamo riusciti a contarne 25.

Il 4 gennaio sono rimasta appostata dalle 14.00 fino alle 17.20 e ho osservato che ora i gufi cominciano la caccia più tardivamente, verso le 16.30 e quindi ho assistito a una minor attività di difesa del territorio di caccia in quanto le interazioni sono molto diminuite.

Il 5 gennaio Moreno Nalin e Franco Roscelli confermano le mie osservazioni contando circa 30 individui.

 

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 Il 13 gennaio un’imponente coltre di neve ricoprì la pianura parmense e i gufi maggiormente presenti sugli alberi, piuttosto che nel fossato o nel campo, iniziavano a cacciare sempre verso le 16.30 circa.

Il 18 e 19 gennaio i gufi erano ancora una trentina e sia Simone Bottini ed io il giorno seguente abbiamo notato che la caccia cominciava sempre più tardi.

 

Simone_Bottini

 

Il 22 gennaio Roberta Corsi osservò che l’inizio dell’attività di caccia è stata intorno alle 17.15.

 

 

Il 2 febbraio il coneggio di Franco Roscelli e Maurizio Ravasini è stato di 42 gufi di palude.

Il mese di febbraio è stato ancor più sorprendente, sono stati trovati altri 4 roost.

Il 17 febbraio si è deciso di monitorare i 5 roost contemporaneamente per capire il numero esatto di individui durante questo svernamento. Io appostata al SITO A con ancora minimo 32 gufi. Nel SITO B, un cimitero di un piccolo paese di campagna, sono stati trovati 4 gufi di palude in un roost di 20 gufi comuni e sono rimasti fino a fine marzo. Nel SITO C durante questa giornata il numero di gufi era di 15, rimasti fino ai primi di aprile con un numero ridotto.

 

 

 Nel SITO D i gufi sono arrivati ai primi di febbraio e il 17 febbraio erano 20, con l’arrivo della neve li si vedeva posati come rondini sui fili e pali della luce.

 

Daniele_Ronconi_SitoD_02

 

Poi sono diminuiti e il 10 marzo (duante il secondo monitoraggio dei 5 roost in simultanea) erano 15 gli individui e sono rimasti fino a fine marzo con soli 2 individui.

 

gdp_parola_10_marzo2013

 

Nel SITO E il 17 febbraio i gufi erano solo 2 ma il 10 marzo sono diventati 12 per poi diminuire man mano fino ai primi di aprile quando scompervero.

 

Franco_Roscelli_03_Fontanelle_6aprile2013

 

Durante la prima settimana di aprile tutti i roost erano completamente vuoti, naturalmente non è accaduto contemporaneamente, i gufi di palude hanno lasciato il territorio poco alla volta e sono partiti per il Grande Nord dando inizio alla migrazione primaverile. Il grafico sottostante ci dà un’idea di come i gufi hanno piano piano lasciato il SITO A nel tempo.

 

Grafico_SitoA_Roscelli

 

UN ROOST ANCHE IN PROVINCIA DI  REGGIO EMILIA

Dai primi giorni di gennaio fino al primo aprile è stata segnalata la presenza di un roost di 12-15 gufi di palude nella bassa pianura di Reggio Emilia, uno svernamento seguito da Giovanni Fontanesi e Fabio Anceschi. Recandomi sul posto ho potuto constatare la similarità dell’habitat con quello del SITO A nel Parmense e anche qui venivano utilizzati gli alberi come posatoio.

 

Fabio_Anceschi_03

Fabio_Anceschi_02

 

E’ stato un grande inverno, grazie all’esplosione demografica di micromammiferi c’è stato un notevole afflusso di gufi di palude. Abbiamo potuto così osservare per lungo tempo numerosi comportamenti, poco conosciuti per la specie. Attraverso scambi di e-mail con persone che hanno assistito a svernamenti anche di numerosi, alcuni comportamenti (difesa del territorio di caccia con applausi e vocalizzi, creare una dispensa con le prede per poi utilizzarla successivamente) non sono stati osservati se non il fenomeno di cleptoparassitismo di rapaci diurni nei loro confronti. Abbiamo avuto l’impressione che i gufi rilasciavano con facilità la preda, quando attaccati, perché trovavano più facile e meno dispendioso cercarsi un altro topolino piuttosto che difendersi dagli attacchi di gheppi, cornacchie e albanelle reali.

Giunti a questo punto, si iniziava a sperare che qualche individuo si potesse fermare per la nidificazione, visto l’elevato numero di prede disponibili e l’habitat idoneo, come accaduto in Francia nell’anno 2012.

Première nidification du Hibou des marais Asio flammeus en Île-de-France: clicca qui

Invece non si è assistito ad alcun atteggiamento pre o post-nuziale nel periodo successivo (parate nuziali o trasporto di cibo, costantemente, in un unico luogo).